L’immigrazione raccontata ai ragazzi.Vent’anni di proposte dell’editoria per l’infanzia

Immagine

unraggiodiluce logo

Oxfam Italia

Centro di Documentazione Città di Arezzo

È dai primissimi anni ‘90 del secolo scorso che le migrazioni di donne, uomini e bambini verso l’Italia iniziano a fare la loro comparsa nella narrativa per ragazzi. Albi illustrati, racconti, romanzi, edizioni per la scuola, che narrano l’esperienza migratoria nelle sue molteplici fasi e sfaccettature: dal viaggio di individui e famiglie in cerca di futuro ai tortuosi cammini di inserimento nella nuova realtà, dalla complessa convivenza multietnica nei quartieri ai conflitti identitari dei figli dei migranti. Un’ultima sezione è dedicata alle “migrazione degli altri”, cioè ai libri per ragazzi di autori stranieri tradotti in Italia. Un corpus narrativo imponente che in questa Mostra e nel suo catalogo viene per la prima volta sistematizzato e analizzato all’interno di 11 percorsi bibliografici tematici (con introduzioni, schede di recensione, collegamenti ad altri testi, dati, curiosità…).

L’obiettivo del progetto è duplice: da una parte, far conoscere l’esistenza di un vasto corpus narrativo che affronta, sotto molteplici sfaccettature e con differenti esiti letterari, l’esperienza migratoria e le sue conseguenze; dall’altra, illustrare il modo in cui la tematica migratoria è proposta e sviluppata in queste narrazioni. Una Mostra che ci fa vedere, tra l’altro, come i libri per ragazzi sappiano leggere o rappresentare, e spiegare ai lettori, i grandi fatti contemporanei.

Attualmente i partner coinvolti nel seguente progetto sono: il Centro di Documentazione Città di Arezzo, la Fondazione Un Raggio di Luce Onlus e Oxfam Italia Intercultura.

E’ utile sottolineare che ad Arezzo sono state attivate anche significative forme di collaborazione con associazioni di volontari ovvero con l’Associazione  Donne di carta, Sezione di Arezzo, con l’Associazione Glinstabili, con la sede di Arezzo dell’Oklahoma University,  e con Oxfam Italia.

Si va avanti comunque!

Standard
Si va avanti comunque!

Salve a tutti,

è tanto che questo blog non viene a malincuore aggiornato ma purtroppo la Mostra “L’immigrazione raccontata ai ragazzi” è ferma causa mancanza fondi. Tuttavia non ci scoraggiamo e vi assicuro che siamo alla continua ricerca di bandi e finanziamenti non solo per poterla aggiornare, modificare ed ampliare ma anche per poterla diffondere gratuitamente tra le varie biblioteche nazionali e non solo… Il catalogo che accompagna la Mostra è stato con successo distribuito tra i vari enti e realtà italiane che si occupano di intercultura, educazione, letteratura per l’infanzia ed immigrazione….quindi è in giro tra Milano, Torino, Roma, Brescia, Lecce per essere letto, consultato, utilizzato e citato da operatori del settore, bibliotecari, insegnanti e genitori!

Prima di salutarvi, ci tengo a dirvi che il nostro impegno nel settore dell’intercultura, dell’integrazione sociale e del multi-culturalismo non si ferma qui…stiamo cercando di entrare direttamente in contatto sia con i più piccoli che con i grandi e non più soltanto attraverso la lettura e l’ascolto ma anche attraverso la partecipazione diretta, la vista, i colori ed il corpo. L’obiettivo finale è sempre lo stesso: far comprendere che le differenze non sono per forza un aspetto negativo e che tutti meritano di essere rispettati ed ascoltati anche se si comportano o appaiono diversi da noi…l’ “altro” e il “diverso” sono fonti di arricchimento e scambio reciproco e non motivi di emarginazione ed esclusione. Spesso andare a fondo e chiedere il perchè di certi atteggiamenti e comportamenti è semplicemente bello!

intercultura

Continuate a seguirci perchè… noi ci siamo ancora!

IM – Fondazione Un Raggio di Luce Onlus

http://www.unraggiodiluce.org

Un pò di…Africa!

Standard

fiabe africaneNella speranza che nella lettura di queste fiabe africane possiate trovare  tanti spunti   per comprendere la ricchezza di un continente ricco di storia, cultura e tradizioni…

La giraffa vanitosa  

(una favola etnica proveniente dall’Africa)

Ai limiti di una grande foresta, in Africa, viveva tra gli altri animali una giraffa bellissima, agile e snella, più alta di qualunque altra. Sapendo di essere ammirata non solo dalle sue compagne ma da tutti gli animali era diventata superba e non aveva più rispetto per nessuno, né dava aiuto a chi glielo chiedeva. Anzi se ne andava in giro tutto il santo giorno per mostrare la sua bellezza agli uni e agli altri dicendo: – Guardatemi, io sono la più bella. –

Gli altri animali, stufi di udire le sue vanterie, la prendevano in giro, ma la giraffa vanitosa era troppo occupata a rimirarsi per dar loro retta. Un giorno la scimmia decise di darle una lezione. Si mise a blandirla con parole che accarezzavano le orecchie della giraffa: – Ma come sei bella! Ma come

giraffasei alta! La tua testa arriva dove nessuno altro animale può giungere… – E così dicendo, la condusse verso la palma della foresta.

Quando furono giunti là, la scimmia chiese alla giraffa di prendere i datteri che stavano in alto e che erano i più dolci. lì suo collo era lunghissimo, ma per quanto si sforzasse di allungarlo ancor di più, non riusciva a raggiungere il frutto. Allora la scimmia, con un balzo, saltò sul dorso della giraffa, poi sul collo e finalmente si issò sulla sua testa riuscendo ad afferrare il frutto desiderato. Una volta tornata a terra, la scimmia disse alla giraffa: – Vedi, cara mia, sei la più alta, la più bella, però non puoi vivere senza gli altri, non puoi fare a meno degli altri animali.

La giraffa imparò la lezione e da quel giorno cominciò a collaborare con gli altri animali e a rispettarli.

_______________________________________________________________________________________________________

Prova d’amore

(un racconto etnico africano)

principessaC’era una volta un re che aveva una figlia ammirata da tutti per la sua bellezza e bontà.
Molti venivano a offrirle gioielli, stoffe preziose, noci di kola, sperando d’averla come sposa. Ma la giovane non sapeva decidersi.
– A chi mi concederai? – chiese a suo padre.
– Non so – disse il padre – Lascio scegliere a te: sono sicuro che tu, giudiziosa come sei, farai la scelta migliore.
– Facciamo così – propose la giovane – Tu fai sapere che sono stata morsa da un serpente velenoso e sono morta. I membri della famiglia reale prenderanno il lutto. Suoneranno i tam-tam dei funerali e cominceranno le danze funebri. Vedremo cosa succederà.

Il re, sorpreso e un po’ controvoglia, accettò.
La triste notizia si diffuse come un fulmine. Nei villaggi fu un gran parlare sommesso, spari di fucile rintronavano in segno di dolore, mentre le donne anziane, alla porta della stanza mortuaria, sgranavano le loro tristi melopee. Ed ecco arrivare anche i pretendenti della principessa. Si presentarono al re e pretesero la restituzione dei beni donati.
– Giacché tua figlia è morta, rendimi i miei gioielli, le stoffe preziose, le noci di kola.
Il re accontentò tutti, nauseato da un simile comportamento. Capì allora quanto sua figlia fosse prudente.
Per ultimo si presentò un giovanotto, povero, come appariva dagli abiti dimessi che indossava.

Con le lacrime agli occhi egli disse:
– O re, ho sentito la dolorosa notizia e non so come rassegnarmi. Porto queste stoffe per colei che tanto amavo segretamente. Non mi ritenevo degno di lei. Desidero che anche nella tomba lei sia sempre la più bella di tutte. Metti accanto a lei anche queste noci di kola perché le diano forza nel grande viaggio.

Il re fu commosso fino al profondo del cuore. Si presentò alla folla, fece tacere ogni clamore e annunciò a gran voce:
– Vi do una grande notizia: mia figlia non è morta. Ha voluto mettere alla prova l’amore dei suoi pretendenti. Ora so chi ama davvero e profondamente mia figlia. E’ questo giovane! E’ povero ma sincero.
Dopo qualche tempo si celebrarono le nozze con la più bella festa mai vista a memoria d’uomo.
I vecchi pretendenti non c’erano e non si fecero più vedere.

 

 

Ius Soli.

Standard

In Italia vivono tanti giovani che non sono immigrati. Si autodefiniscono figli di immigrati e molto spesso non parlano neppure la lingua dei propri genitori e non sono mai stati nel Paese di origine dei loro familiari. Sono cresciuti tra di noi, parlano come noi, si vestono alla stessa maniera dei nostri ragazzi, ascoltano la stessa musica e vedono gli stessi film dei loro coetanei, ma una legge vetusta ed ingiusta li priva della dignità di cittadini – spiega Francesco Farnesi, direttore di ENGIM internazionale.

In questo video, Alessandra Fogli, docente di economia del lavoro e delle risorse umane alla Bocconi, spiega per quale motivo l’introduzione dello ius soli, come negli Stati Uniti, potrebbe essere positiva per il nostro paese.

Fonte: YallaItalia

Lacrime e sorrisi L’emigrazione italiana nei libri per ragazzi in età repubblicana

Standard

 

Come è possibile – si chiedeva con vivo stupore il prefatore de I figli del Sud (Fabbri, Milano, 1973), libro-reportage sulle migrazione interne e internazionali degli italiani del giornalista e meridionalista Giovanni Russo – che milioni di persone vivano il dramma dell’emigrazione interna dai paesi agricoli del Sud alle periferie industriali del Nord, e i libri per ragazzi non ne parlino? Che milioni di incontri fra compagni di scuola debbano ancora superare l’ostacolo delle differenze di dialetto, di sensibilità, di abitudini e di reddito familiare, e la scuola non abbia strumenti adeguati per spiegarne le ragioni? […] Come è possibile, infine, non affrontare nella scuola il pericolo di un atteggiamento discriminatorio, se non razzista, quando i ragazzi vedono coi loro occhi una concentrazione di fatto della manodopera meridionale in certi mestieri e in certi quartieri delle città, e nella scuola stessa l’affollarsi dei loro compagni immigrati dal Sud nelle classi differenziali? (pp. 5-6).

Leggetevi questo studio sull’EMIGRAZIONE italiana raccontata nei libri per ragazzi (periodo repubblicano, dagli anni ’50 ad oggi) realizzato da Lorenzo Luatti,  pubblicato sull’Annuario Andersen 2013, e conoscerete un vasto corpus letterario che tratta non solo di racconti familiari e personali ma anche di storie recuperate dal ricco passato migratorio di comunità e paesi, a volte frutto della fantasia letteraria, che hanno narrato ai giovani, attraverso i linguaggi delle parole e delle immagini, le vicende di una Italia in cui “partir bisogna”.

E ora dove andiamo?

Standard

foto bimbi

Come recita il titolo del film della famosa registra libanese, Nadine Labaki, titolo originale Et maintenant, on va où? (2011), anche noi ci chiediamo dove andrà adesso la nostra Mostra “L’immigrazione raccontata ai ragazzi”. Nonostante le modalità, le tematiche, gli strumenti e le situazioni totalmente diverse e apparentemente distanti, c’è una comunanza: sia la Mostra che il film sono caratterizzati da una leggerezza propria di chi ha scavato nel profondo di un’intolleranza che non è più tollerabile. I libri ed i pannelli che presentiamo, così come le tematiche che affrontiamo vogliono solo far sorridere, riflettere, pensare, conoscere ed erodere agli occhi dei nostri figli, bambini e studenti quello che spesso viene ritenuto da tutti noi “il cancro della diversità”. Nel nostro caso i protagonisti assoluti non sono le donne ed i loro rispettivi uomini bensì i bambini ed i ragazzi, stranieri ma anche italiani e il loro sguardo attento, consapevole ed ironico sulla realtà o sulle realtà che quotidianamente vivono. Spaesamento, disorientamento, nostalgia, consapevolezza, responsabilità,  desiderio di integrazione e riscatto…sono queste le emozioni ed i sentimenti raccontati nei libri presentati attraverso la descrizione di viaggi più o meno brevi, di giornate più o meno ordinarie, di riflessioni e considerazioni più o meno difficili, di incontri più o meno significativi…E allora, ora dove andiamo? 

Ditemelo voi…se siete interessati ad approfondire e trattare le tematiche dell’immigrazione, multi-cultura, diversità, integrazione attraverso conferenze, laboratori per bambini e ragazzi non esitate a contattarci!La Mostra è pronta per girare l’Italia!

 

Un pò di vocabolario…

Standard

Immigrazione: è il trasferimento permanente o temporaneo di gruppi di persone in un paese diverso da quello di origine; il fenomeno è l’opposto dell’emigrazione. Si possono includere le migrazioni di popolazioni ed i movimenti interni ad un paese (le cosiddette migrazioni interne e il fenomeno dell’urbanizzazione).
L’immigrazione è uno dei fenomeni sociali mondiali più problematici e controversi, dal punto di vista delle cause e delle conseguenze. Per quanto riguarda i paesi destinatari dei fenomeni migratori (principalmente le nazioni cosiddette sviluppate o in via di sviluppo), i problemi che si pongono riguardano la regolamentazione ed il controllo dei flussi migratori in ingresso e della permanenza degli immigrati.
Il fenomeno dell’immigrazione è un tema associato a quello dell’aumento della delinquenza e della criminalità. Per quanto riguarda l’Italia, tuttavia, delle ricerche econometriche hanno dimostrato che non c’è alcun nesso fra l’immigrazione e la criminalità. I due fenomeni sono entrambi attratti dalla ricchezza, e quindi possono intensificarsi contemporaneamente nelle zone ricche, senza però che l’una causi o favorisca l’altra[1].
Tuttavia, l’immigrazione può contribuire a risolvere problemi come sovrappopolazione, fame, epidemie e povertà nel Paese di origine. A livello politico, i Paesi di origine e di destinazione possono stringere accordi bilaterali che prevedono flussi migratori programmati e controllati, per rispondere a esigenze di manodopera del Paese di destinazione, a problemi di sovrappopolazione del Paese d’origine, compensati da altri aspetti come uno scambio di materie prime ed energia. Un accordo di questo tipo può prevedere la fornitura di materie prime e manodopera in cambio di prodotti finiti ed investimenti nell’industria e in infrastrutture nel Paese fornitore.

Il fenomeno della migrazione può trovare origine in motivazioni:
• economiche (per sfuggire alla povertà, per cercare migliori condizioni di vita);
• lavorative (per trovare un impiego, per migliorare il proprio posto di lavoro);
• motivazioni politiche (dittature, persecuzioni, soprusi, guerre, genocidi, pulizia etnica);
• di tipo religioso (impossibilità di praticare il proprio culto religioso);
• derivate da disastri naturali (tsunami, alluvioni, terremoti, carestie);
• personali (scelta ideologica, fidanzamento con un partner residente in un altro paese);
• anagrafiche: al raggiungimento della pensione (trasferimento in un luogo con clima migliore; minore costo della vita);
• di tipo sentimentale (riunificazione familiare);
• di tipo criminale: (a) fuga (per sfuggire alla giustizia del proprio paese, per evitare un arresto); (b) attrazione (per ottenere risultati migliori dalla propria attività malavitosa);
• per istruzione (per frequentare una scuola e conseguire un titolo di studio, garantire ai propri figli un’istruzione più approfondita, apprendere una lingua straniera).

Espatriato: La parola espatriato viene dal latino medievale expatriatus, che è il participio passato del verbo espatriare (lasciare il proprio paese). Secondo questa definizione, gli espatriati sono persone che lasciano il loro paese d’origine per vivere in un altro.

Spesso, il termine espatriato viene utilizzato per indicare tutte quelle persone che non intendono vivere all’estero per sempre e che mantengono la loro nazionalità originale per ragioni di tipo pratico. In questo senso, un espatriato è diverso da un immigrato, che di solito intende stabilirsi definitivamente nel paese in cui si trasferisce e acquisisce una nuova nazionalità. Inoltre, con la parola espatriato, ci si riferisce a lavoratori qualificati provenienti da paesi industrializzati che lavorano all’estero per periodi brevi o relativamente brevi (come gli espatriati statunitensi in Spagna). L’utilizzo di questa parola serve quindi a marcare una differenza tra coloro che migrano in un altro paese per problemi socio-economici e coloro che lo fanno per altre ragioni.

In realtà, la distinzione tra queste due parole non è così netta: se è vero che la quantità di lavoratori provenienti da paesi sviluppati che decidono di espatriare è in continuo aumento, è anche vero che sono sempre di più i pensionati che decidono di passare gli ultimi anni della loro vita in un altro paese. Attualmente, per esempio, c’è un gran numero di lavoratori qualificati provenienti dall’India che lavorano fuori dal loro paese e un altrettanto alto numero di pensionati statunitensi che si trasferiscono in America Centrale o in Sud America.

Multiculturalismo. Il termine multiculturalismo è entrato nell’uso comune verso la fine degli anni ottanta e sta ad identificare una società dove più culture, anche molto differenti l’una dall’altra, convivono mantenendo ognuna la propria identità. Pur potendo avere interscambi, conservano quindi le peculiarità del proprio gruppo. Le minoranze, in particolare, mantengono il loro diritto ad esistere, senza omologarsi o fondersi ad una cultura predominante perdendo quindi la propria identità. Il termine multiculturalismo, pertanto, sta ad intendere la libertà degli individui di poter scegliere il proprio stile di vita a seconda della propria estrazione socio-culturale in contrapposizione al multicomunitarismo, cioè l’appartenenza e la totale fedeltà di un individuo ad una certa comunità e cultura. Entrambe le definizioni si riferiscono tuttavia a gruppi etnici differenti risiedenti nello stesso territorio, creando molte volte una confusione di significato tra i due concetti.

Multicomunitarismo. Il modello dello Stato-multinazionale definisce il concetto di multicomunitarismo come uno stato formato da più comunità, ognuna consapevole della propria identità etnica, dimostrando il desiderio di supremazia razziale. Il multicomunitarismo si differenzia dal Multiculturalismo in quanto in quest’ultima diverse etnie vivono in un contesto sociale in maniera più o meno integrata. Un esempio di stato multinazionale è il regno del Belgio in cui coesistono l’etnia francona e quella vallone.

Pluralismo. Nelle scienze sociali, il termine pluralismo si riferisce a una struttura di interazioni nella quale i diversi gruppi si mostrano rispetto e tolleranza reciproci, vivendo ed interagendo in maniera pacifica, senza conflitti e senza prevaricazioni (e, soprattutto, senza che nessuno tenti di assimilare l’altro). Nelle società autoritarie od oligarchiche il potere politico è concentrato in poche mani e le decisioni vengono prese da un ristretto numero di persone. Al contrario, in una società pluralistica il potere e la facoltà di prendere decisioni (assumendosi la responsabilità delle relative conseguenze) sono distribuiti. Si ritiene che questo conduca ad una più ampia partecipazione all’impegno politico e sociale a favore di tutti, e che ciò possa dare risultati migliori di quelli delle forme politiche menzionate in precedenza.

Assimilazione: si fa riferimento al processo attivato dalla presenza egemone del monoculturalismo di una nazione o di un continente che tende ad assorbire le altre culture in un unico modello unitario. È di regola, creata dalla società di accoglienza come pratica di accettazione dei migranti. In questo contesto la società ospitante è data come una società compiuta, che non ha nulla da apprendere da chi è portatore di altre culture. L’identità del migrante viene riconosciuta solo nel momento in cui si spoglia dei suoi tratti culturali, per acquisire gli usi e i costumi della società ospitante. Tende, dunque, ad un processo di fusione psicologica e culturale di gruppi etnicamente diversi per dare origine ad una società omogenea ed indifferenziata al suo interno.

Integrazione: si intende l’inclusione delle diverse identità in un unico contesto all’interno del quale non sia presente alcuna discriminazione e nel quale venga praticata la comunicazione interculturale, che dovrebbe fondarsi sulla tolleranza, ascolto attivo, empatia e cura. È il processo attraverso il quale il sistema acquista e conserva un’unità strutturale e funzionale, pur mantenendo la differenziazione degli elementi. L’integrazione è anche il prodotto di tale processo, in termini di mantenimento dell’equilibrio interno del sistema, della cooperazione sociale, del coordinamento tra i ruoli e le istituzioni.

Inclusione: sociale può essere definita come la situazione in cui, una serie di aspetti multidimensionali, che comprendono l’opportunità sostanziale degli individui di vivere secondo i propri valori e le proprie scelte e di migliorare le proprie condizioni, godono degli standard essenziali. In questa situazione, le disparità tra le persone e i gruppi sono socialmente accettabili e il processo attraverso il quale vengono raggiunti questi risultati è partecipativo ed equo.

Fonte: CorriereImmigrazione.it

CorriereImmigrazione.it parla di noi

Standard

CorriereImmigrazione.it , fondato nel 2010 da Luigi Riccio e trasformato in una testata giornalistica on line (aggiornata settimanalmente) ad agosto 2012, parla della nostra Mostra nella sezione appuntamenti

Infanzia a LuccaL’immigrazione raccontata ai ragazzi. Vent’anni di proposte dell’editoria per l’infanzia è una mostra itinerante, un viaggio nell’editoria per bambini e ragazzi degli ultimi dieci anni (1991-2011) che intende condurre i visitatori attraverso un percorso che sappia contemporaneamente essere storico e sociale, rappresentato dalle diverse tappe dell’immigrazione e dei cammini di integrazione nel nuovo paese, e suggestivo, grazie all’uso delle parole e delle immagini tratte dai volumi in esposizione. La Mostra sarà ospitata fino al 6 aprile 2013 dalla Biblioteca Agorà, situata in Piazza dei Servi a Lucca. Ma intende continuare il suo viaggio in giro per l’Italia. Info su: immigrazioneraccontataairagazzi.wordpress.com.

Speriamo piano piano di riuscire a “sconfinare” e raggiungere altre regioni italiane alla scopo di far conoscere la nostra iniziativa…fingers crossed!

Gli italiani-stranieri sono sempre di più.

Standard

Riportiamo sul nostro blog un interessante articolo di Luigi Riccio pubblicato su corriereimmigrazione.it per sottolineare l’importanza che il tema dell’immigrazione, della diversità e dell’ “altro” dovrebbe rivestire in ambito educativo…e quando parlo di ambito educativo do per scontato che questo sia interculturale e multiculturale!Buona lettura.

alunniSecondo il rapporto Alunni con cittadinanza non italiana. Approfondimenti e analisi, realizzato da Fondazione Ismu in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, presentato il 14 marzo u.s., diminuiscono gli studenti rom, sinti e camminanti, ma aumentano quelli “stranieri” e nati in Italia. Anche questi dati evidenziano la necessità di una nuova legge sulla cittadinanza e del passaggio dallo ius sanguinis allo ius soli.

Nati in Italia. Gli studenti nati in Italia ma con cittadinanza straniera sono cresciuti di dieci punti percentuali negli ultimi cinque anni. Attualmente sono 334.284 (44,2% del totale), con punte da record nella scuola di infanzia (80,4%) e il maggiore incremento nelle secondarie di primo grado (10,1% in più rispetto al 2007/2008). La Lombardia detiene il numero in assoluto più alto di alunni “stranieri” nati in Italia (93.978) ed è al primo posto per l’incidenza che questi hanno nelle scuole primarie (61,7%) e secondarie di primo grado (33,3%). Il Veneto ottiene il primato per le scuole d’infanzia (87,2%), mentre nelle secondarie di secondo grado la percentuale più alta riguarda la Sicilia (15,6%) e la Valle d’Aosta (13,5%). Per converso, i numeri più bassi nei diversi gradi, si registrano in Molise (17,7%) e Calabria (17,9%).

Neo-arrivati. La ricerca esamina anche il numero dei neo-arrivati nel sistema scolastico nell’ultimo anno. Questi, il 5% del totale degli alunni senza cittadinanza italiana (28.554), sono in costante diminuzione e si concentrano maggiormente nelle scuole della Lombardia (6.820) e del Veneto (3.145).

“Stranieri” a prescindere. È solo dall’anno scolastico 2007/2008 che il ministero dell’Istruzione rileva i dati sugli alunni “stranieri” nati in Italia e quelli sui neo-arrivati. Questa novità riflette, con molta probabilità, la sempre meno centralità del parametro della cittadinanza nella comprensione del fenomeno. L’attuale legislazione sulla cittadinanza, infatti, basata sullo ius sanguinis, non distingue chi è nato e cresciuto in Italia da chi è invece è appena arrivato o arrivato da poco. E questo seppur i primi, per capacità linguistiche e successo negli studi, possiedano elevate probabilità di essere equiparati in tutto ai compagni italiani.

Scuole a maggioranza straniera. Diffusione pressoché totale degli studenti senza cittadinanza italiana nelle scuole del Paese. Gli istituti che accolgono fino a meno del 30% di studenti “stranieri” sono il 73,3% del totale, mentre le scuole con più del 30% sono il 4,3%. Le scuole con solo alunni italiani sono il 22,4% (-8,5% in un anno) mentre sono 415 (0,7%) le scuole a «maggioranza straniera».

Enclaves etniche. Non tutte le scuole a «forte concentrazione» (fino al 30%) o a «maggioranza straniera» (50% o più) presentano lo stesso profilo. Nelle scuole d’infanzia e primarie, ad esempio, molti sono gli alunni nati in Italia e ciò assottiglia le problematiche. Diverso è il caso delle secondarie (specialmente di secondo grado), in cui invece questo numero è molto basso. Il rischio è alimentato da due ordini di questioni. Il primo riguarda «processi di selezione sociale non casuale»: su 45 scuole secondarie di secondo grado a maggioranza straniera, sono quasi tutte professionali; a seguire, gli istituti tecnici, i corsi serali e un solo istituto d’arte. Scuole, quindi, dove maggiore è la presenza degli strati meno abbienti. L’altro, collegato al primo, è il rischio della formazione di «enclaves etniche» di gioventù di origine immigrata.

Dove sono. È presente almeno una scuola a «maggioranza straniera» in due terzi delle province italiane. Le maggiori incidenze sul sistema scolastico provinciale si hanno a Macerata (11 scuole), Piacenza (8) e Reggio Emilia (14). Mentre i numeri in assoluto più alti sono a Milano (55), Torino (34) e Brescia (32). L’unica provincia del Sud ad ospitare una scuola a maggioranza straniera è Reggio Calabria, con l’istituto (non statale) di Polistena.

Alunni rom, sinti e camminanti. Diminuiscono del 3,9% gli alunni rom, sinti e camminanti rispetto all’anno scolastico 2010/2011. Secondo il rapporto, il totale di questi studenti sarebbe di 11.899, ma il numero reale potrebbe essere molto più alto. I rom, infatti, sono tali in quanto ad appartenenza culturale e sono rilevati solo se si dichiarano come rom. È quindi probabile che in molti abbiano scelto di non farlo. Il numero più basso di studenti rom si ritrova nelle scuole secondarie (solo 134 in tutt’Italia), mentre il più alto è nelle primarie (6.416). Le città con più studenti rom in termini assoluti sono Roma (2.027), Milano (575) e Torino (516). L’incidenza percentuale maggiore, invece, si riscontra a Reggio Calabria (0,99%), Pescara (0,62%) e Roma (0,52%).

Luigi Riccio

Conoscete questo blog?Hey Kiddo!

Standard

Per gli appassionati – grandi e piccoli – di lettura e libri, genitori attenti e presenti, educatori e operatori vi segnalo questo blog...Hey Kiddo, dedicato ai bambini, ai ragazzi e ai genitori.

Il loro focus principale è legato alla narratività, spinta motrice per la proliferazione di idee per e su i più piccoli. Letteratura, giochi, illustrazioni, film, serie tv, cartoni animati, videogiochi; e poi informatica, tablet, applicazioni, novità, attualità e approfondimento, in un mondo, quello dei bambini, più complicato e ricco di spunti di quello che si pensa di solito.

La settimana scorsa c’eravamo anche noi con il nostro catalogo e la nostra Mostra…leggete un pò qua se non ci credete…“L’immigrazione raccontata ai ragazzi”: una mostra interculturale.

GRAZIE HEYKIDDO!

Vi aspettiamo a Lucca!

Standard
Vi aspettiamo a Lucca!

Dopo essere stata a Firenze ora la mostra “L’immigrazione raccontata ai ragazzi. Vent’anni di proposte dell’editoria per l’infanzia” è a Lucca, se siete da quelle parti non perdetela!

La Mostra sarà ospitata dal 5 marzo al 6 aprile 2013 dalla Biblioteca Agorà situata in Piazza dei Servi, Lucca.

Mercoledì 16 marzo 2013 a partire dalle ore 16.30 si terrà la conferenza “Intercultura e Letteratura” tenuta da Lorenzo Luatti, ricercatore e curatore del catalogo “L’immigrazione raccontata ai ragazzi” e introdotta da Cristiano Vannucchi, Segretario Generale Fondazione Un Raggio di Luce onlus. In questa occasione, il catalogo della Mostra, il numero di gennaio-febbraio 2013 della rivista Andersen, alcune bibliografie e un articolo sul tema stesso della conferenza verranno distribuiti ai partecipanti….NON MANCATE!

Nei giorni successivi seguiranno laboratori, animazioni e attività per i bambini e le scuole.

Come raggiungere la Biblioteca: