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Ius Soli.

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In Italia vivono tanti giovani che non sono immigrati. Si autodefiniscono figli di immigrati e molto spesso non parlano neppure la lingua dei propri genitori e non sono mai stati nel Paese di origine dei loro familiari. Sono cresciuti tra di noi, parlano come noi, si vestono alla stessa maniera dei nostri ragazzi, ascoltano la stessa musica e vedono gli stessi film dei loro coetanei, ma una legge vetusta ed ingiusta li priva della dignità di cittadini – spiega Francesco Farnesi, direttore di ENGIM internazionale.

In questo video, Alessandra Fogli, docente di economia del lavoro e delle risorse umane alla Bocconi, spiega per quale motivo l’introduzione dello ius soli, come negli Stati Uniti, potrebbe essere positiva per il nostro paese.

Fonte: YallaItalia

Un pò di vocabolario…

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Immigrazione: è il trasferimento permanente o temporaneo di gruppi di persone in un paese diverso da quello di origine; il fenomeno è l’opposto dell’emigrazione. Si possono includere le migrazioni di popolazioni ed i movimenti interni ad un paese (le cosiddette migrazioni interne e il fenomeno dell’urbanizzazione).
L’immigrazione è uno dei fenomeni sociali mondiali più problematici e controversi, dal punto di vista delle cause e delle conseguenze. Per quanto riguarda i paesi destinatari dei fenomeni migratori (principalmente le nazioni cosiddette sviluppate o in via di sviluppo), i problemi che si pongono riguardano la regolamentazione ed il controllo dei flussi migratori in ingresso e della permanenza degli immigrati.
Il fenomeno dell’immigrazione è un tema associato a quello dell’aumento della delinquenza e della criminalità. Per quanto riguarda l’Italia, tuttavia, delle ricerche econometriche hanno dimostrato che non c’è alcun nesso fra l’immigrazione e la criminalità. I due fenomeni sono entrambi attratti dalla ricchezza, e quindi possono intensificarsi contemporaneamente nelle zone ricche, senza però che l’una causi o favorisca l’altra[1].
Tuttavia, l’immigrazione può contribuire a risolvere problemi come sovrappopolazione, fame, epidemie e povertà nel Paese di origine. A livello politico, i Paesi di origine e di destinazione possono stringere accordi bilaterali che prevedono flussi migratori programmati e controllati, per rispondere a esigenze di manodopera del Paese di destinazione, a problemi di sovrappopolazione del Paese d’origine, compensati da altri aspetti come uno scambio di materie prime ed energia. Un accordo di questo tipo può prevedere la fornitura di materie prime e manodopera in cambio di prodotti finiti ed investimenti nell’industria e in infrastrutture nel Paese fornitore.

Il fenomeno della migrazione può trovare origine in motivazioni:
• economiche (per sfuggire alla povertà, per cercare migliori condizioni di vita);
• lavorative (per trovare un impiego, per migliorare il proprio posto di lavoro);
• motivazioni politiche (dittature, persecuzioni, soprusi, guerre, genocidi, pulizia etnica);
• di tipo religioso (impossibilità di praticare il proprio culto religioso);
• derivate da disastri naturali (tsunami, alluvioni, terremoti, carestie);
• personali (scelta ideologica, fidanzamento con un partner residente in un altro paese);
• anagrafiche: al raggiungimento della pensione (trasferimento in un luogo con clima migliore; minore costo della vita);
• di tipo sentimentale (riunificazione familiare);
• di tipo criminale: (a) fuga (per sfuggire alla giustizia del proprio paese, per evitare un arresto); (b) attrazione (per ottenere risultati migliori dalla propria attività malavitosa);
• per istruzione (per frequentare una scuola e conseguire un titolo di studio, garantire ai propri figli un’istruzione più approfondita, apprendere una lingua straniera).

Espatriato: La parola espatriato viene dal latino medievale expatriatus, che è il participio passato del verbo espatriare (lasciare il proprio paese). Secondo questa definizione, gli espatriati sono persone che lasciano il loro paese d’origine per vivere in un altro.

Spesso, il termine espatriato viene utilizzato per indicare tutte quelle persone che non intendono vivere all’estero per sempre e che mantengono la loro nazionalità originale per ragioni di tipo pratico. In questo senso, un espatriato è diverso da un immigrato, che di solito intende stabilirsi definitivamente nel paese in cui si trasferisce e acquisisce una nuova nazionalità. Inoltre, con la parola espatriato, ci si riferisce a lavoratori qualificati provenienti da paesi industrializzati che lavorano all’estero per periodi brevi o relativamente brevi (come gli espatriati statunitensi in Spagna). L’utilizzo di questa parola serve quindi a marcare una differenza tra coloro che migrano in un altro paese per problemi socio-economici e coloro che lo fanno per altre ragioni.

In realtà, la distinzione tra queste due parole non è così netta: se è vero che la quantità di lavoratori provenienti da paesi sviluppati che decidono di espatriare è in continuo aumento, è anche vero che sono sempre di più i pensionati che decidono di passare gli ultimi anni della loro vita in un altro paese. Attualmente, per esempio, c’è un gran numero di lavoratori qualificati provenienti dall’India che lavorano fuori dal loro paese e un altrettanto alto numero di pensionati statunitensi che si trasferiscono in America Centrale o in Sud America.

Multiculturalismo. Il termine multiculturalismo è entrato nell’uso comune verso la fine degli anni ottanta e sta ad identificare una società dove più culture, anche molto differenti l’una dall’altra, convivono mantenendo ognuna la propria identità. Pur potendo avere interscambi, conservano quindi le peculiarità del proprio gruppo. Le minoranze, in particolare, mantengono il loro diritto ad esistere, senza omologarsi o fondersi ad una cultura predominante perdendo quindi la propria identità. Il termine multiculturalismo, pertanto, sta ad intendere la libertà degli individui di poter scegliere il proprio stile di vita a seconda della propria estrazione socio-culturale in contrapposizione al multicomunitarismo, cioè l’appartenenza e la totale fedeltà di un individuo ad una certa comunità e cultura. Entrambe le definizioni si riferiscono tuttavia a gruppi etnici differenti risiedenti nello stesso territorio, creando molte volte una confusione di significato tra i due concetti.

Multicomunitarismo. Il modello dello Stato-multinazionale definisce il concetto di multicomunitarismo come uno stato formato da più comunità, ognuna consapevole della propria identità etnica, dimostrando il desiderio di supremazia razziale. Il multicomunitarismo si differenzia dal Multiculturalismo in quanto in quest’ultima diverse etnie vivono in un contesto sociale in maniera più o meno integrata. Un esempio di stato multinazionale è il regno del Belgio in cui coesistono l’etnia francona e quella vallone.

Pluralismo. Nelle scienze sociali, il termine pluralismo si riferisce a una struttura di interazioni nella quale i diversi gruppi si mostrano rispetto e tolleranza reciproci, vivendo ed interagendo in maniera pacifica, senza conflitti e senza prevaricazioni (e, soprattutto, senza che nessuno tenti di assimilare l’altro). Nelle società autoritarie od oligarchiche il potere politico è concentrato in poche mani e le decisioni vengono prese da un ristretto numero di persone. Al contrario, in una società pluralistica il potere e la facoltà di prendere decisioni (assumendosi la responsabilità delle relative conseguenze) sono distribuiti. Si ritiene che questo conduca ad una più ampia partecipazione all’impegno politico e sociale a favore di tutti, e che ciò possa dare risultati migliori di quelli delle forme politiche menzionate in precedenza.

Assimilazione: si fa riferimento al processo attivato dalla presenza egemone del monoculturalismo di una nazione o di un continente che tende ad assorbire le altre culture in un unico modello unitario. È di regola, creata dalla società di accoglienza come pratica di accettazione dei migranti. In questo contesto la società ospitante è data come una società compiuta, che non ha nulla da apprendere da chi è portatore di altre culture. L’identità del migrante viene riconosciuta solo nel momento in cui si spoglia dei suoi tratti culturali, per acquisire gli usi e i costumi della società ospitante. Tende, dunque, ad un processo di fusione psicologica e culturale di gruppi etnicamente diversi per dare origine ad una società omogenea ed indifferenziata al suo interno.

Integrazione: si intende l’inclusione delle diverse identità in un unico contesto all’interno del quale non sia presente alcuna discriminazione e nel quale venga praticata la comunicazione interculturale, che dovrebbe fondarsi sulla tolleranza, ascolto attivo, empatia e cura. È il processo attraverso il quale il sistema acquista e conserva un’unità strutturale e funzionale, pur mantenendo la differenziazione degli elementi. L’integrazione è anche il prodotto di tale processo, in termini di mantenimento dell’equilibrio interno del sistema, della cooperazione sociale, del coordinamento tra i ruoli e le istituzioni.

Inclusione: sociale può essere definita come la situazione in cui, una serie di aspetti multidimensionali, che comprendono l’opportunità sostanziale degli individui di vivere secondo i propri valori e le proprie scelte e di migliorare le proprie condizioni, godono degli standard essenziali. In questa situazione, le disparità tra le persone e i gruppi sono socialmente accettabili e il processo attraverso il quale vengono raggiunti questi risultati è partecipativo ed equo.

Fonte: CorriereImmigrazione.it

CorriereImmigrazione.it parla di noi

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CorriereImmigrazione.it , fondato nel 2010 da Luigi Riccio e trasformato in una testata giornalistica on line (aggiornata settimanalmente) ad agosto 2012, parla della nostra Mostra nella sezione appuntamenti

Infanzia a LuccaL’immigrazione raccontata ai ragazzi. Vent’anni di proposte dell’editoria per l’infanzia è una mostra itinerante, un viaggio nell’editoria per bambini e ragazzi degli ultimi dieci anni (1991-2011) che intende condurre i visitatori attraverso un percorso che sappia contemporaneamente essere storico e sociale, rappresentato dalle diverse tappe dell’immigrazione e dei cammini di integrazione nel nuovo paese, e suggestivo, grazie all’uso delle parole e delle immagini tratte dai volumi in esposizione. La Mostra sarà ospitata fino al 6 aprile 2013 dalla Biblioteca Agorà, situata in Piazza dei Servi a Lucca. Ma intende continuare il suo viaggio in giro per l’Italia. Info su: immigrazioneraccontataairagazzi.wordpress.com.

Speriamo piano piano di riuscire a “sconfinare” e raggiungere altre regioni italiane alla scopo di far conoscere la nostra iniziativa…fingers crossed!

Immaginario immigrazione. Il contributo dei linguaggi artistico-espressivi

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L’immigrazione rappresenta uno dei tratti peculiari della storia dell’Italia degli ultimi venticinque anni. Dell’Italia di oggi e di quella a venire: essa è entrata a far parte del nostro universo simbolico, della nostra immaginazione, della nostra cultura, in una parola della nostra identità collettiva. Forse c’è ancora poca consapevolezza, scarsa capacità di comprendere la portata «epocale» di tali cambiamenti. L’Italia fa ancora fatica a riconoscersi plurale. A mancare non sono stati certamente gli strumenti conoscitivi utili alla comprensione. Strumenti di varia natura e differente accessibilità. Non vi è disciplina che non abbia affrontato i temi dell’immigrazione e dei processi di inclusione (o esclusione) che ne conseguono, a dimostrazione del carattere di «novità» e «pervasività» dei fenomeni di cui ci occupiamo. Come evidenzia la monografia ospitata nel numero di gennaio 2013 di «Educazione interculturale», accanto alla produzione specialistica e di settore, dobbiamo considerare anche l’ampio repertorio di metafore e rappresentazioni offerte dai diversi linguaggi artistici ed espressivi, che hanno contribuito fin dai suoi esordi a costruire l’immaginario sull’ immigrazione. Un immaginario che si è nutrito e modificato attraverso più canali percettivi e cognitivi: dalla esperienza personale e dai racconti familiari e amicali, alla potente vulgata offerta dai media,  spesso semplicistica e stereotipata, fino alle visioni e rappresentazioni proposte dalle arti visive e letterarie. Con una forte accelerazione prodottasi nell’ ultimo decennio, le migrazioni di uomini e donne provenienti da ogni angolo del mondo hanno ricevuto una vasta attenzione nella letteratura, nel cinema, nella fotografia, nel teatro, nella canzone. Linguaggi straordinariamente più popolari e «accessibili» rispetto a quelli veicolati da ricerche o studi monografici. Narrazioni che, nel migliore dei casi, hanno promosso due diversi livelli di comprensione: quello della comprensione intellettuale oggettiva, mediante un approccio di tipo conoscitivo/informativo rispetto ai mutamenti in atto, e quello della comprensione umana intersoggettiva, attraverso un approccio più di tipo affettivo, attento a sviluppare la capacità di decentramento, apertura e curiosità per le storie di tutti e di ciascuno.

Cosa emerge da queste narrazioni? Quali sono i temi e gli aspetti maggiormente esplorati? Come e con quali chiavi «narrative»? Con quali esiti? Quali visioni, «valori» e «messaggi» vi trovano spazio? E ancora: quali sono i mutamenti che si sono prodotti (nell’attenzione, nell’approccio, ecc.) in questo ventennale racconto? 

Sulla base di simili interrogativi, che interessano tutti coloro che vogliono davvero capire di più, muove il monografico di gennaio 2013 di «Educazione interculturale». L’intento dichiarato è quello di sintetizzare, in un linguaggio rigoroso ma accessibile, e con uno spirito autenticamente divulgativo, alcuni «temi» della vicenda dell’immigrazione e le diverse modalità con cui sono stati affrontati.

Lo studio della realtà si lega profondamente a quello dei simboli e delle figure, evocando l’universo delle rappresentazioni in cui si è addensata l’immagine dell’immigrazione, dalla letteratura (Lorenzo Luatti) alle canzoni (Maurizio Targa), dal cinema (Sonia Cincinelli) al giornalismo e fotogiornalismo (Andrea Pogliano e Luigi Gariglio), alla comunicazione sociale (Mirca Ognisanti).Viene così messo a disposizione del lettore, forse per la prima volta, un quadro d’insieme, sebbene necessariamente di sintesi.

Leggi l’approfondimento L’immigrazione nei libri per ragazzi scritto da Lorenzo Luatti e pubblicato sulla rivista Educazione Interculturale – gennaio 2013 – Erickson.

Articolo MIGRANTI DI CARTA di Lorenzo Luatti sulla rivista “CEM Mondialità”, pag.44

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https://docs.google.com/file/d/0B1hx-6PJ1GdrX3FqSDNfNklkV2s/edit

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La rivista CEM Mondialità, nata nel 1967, è la voce del movimento CEM. Essa ha scommesso fin dalle origini sul vocabolo «mondialità», che a quel tempo non compariva neppure nei dizionari.
Oggi l’intercultura è non solo la tematica che caratterizza la rivista, ma anche la sua metodologia, grazie all’interattività e al volontariato.

 CEM Mondialità comprende 3 sezioni di 16 pagine ciascuna:

  1. A scuola e oltre: la sezione in cui viene proposta una riflessione non solo sulla scuola, ma anche sull’oltrescuola, con analisi e indagini in ambito psicologico, sociale, antropologico.
  2. Il dossier è dedicato all’approfondimento di un tema specifico, seguendo la tradizione semi-monografica della rivista. Nell’anno 2010 presenta la novità di quattro pagine centrali denominate Cittadinanza e Costituzione.
  3. Il «resto del mondo»: la terza parte ospita rubriche di attualità, recensioni, notizie dal mondo CEM, ecc.

Articolo L’IMMIGRAZIONE RACCONTATA AI RAGAZZI di Lorenzo Luatti sulla rivista “BAMBINI”, pag.74

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https://docs.google.com/file/d/0B1hx-6PJ1GdrOVUxTjl1UHFqWVE/edit

“Bambini” è una rivista per educatori di nido, insegnanti di scuola dell’infanzia, ricercatori, studiosi e amministratori che avvertono il significato culturale e sociale e l’urgenza della qualità dei servizi socio-educativi.
La rivista, fondata da Loris Malaguzzi, si propone di promuovere l’attenzione all’infanzia, e lo sviluppo della qualità dei servizi educativi per l’infanzia favorendo il lavoro in rete di ricercatori e studiosi delle scienze dell’educazione con gli operatori (educatrici, insegnanti, tecnici specializzati) che operano nei servizi per l’infanzia.

http://www.edizionijunior.it/

L’IMMIGRAZIONE RACCONTATA AI RAGAZZI

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Una mostra, un catalogo, un invito alla lettura: Lorenzo Luatti fa il punto sull’immigrazione raccontata ai più piccoli.

Copertina catalogo "L'immigrazione raccontata ai ragazzi", di Lorenzo Luatti

Lorenzo Luatti (a cura di), L’immigrazione raccontata ai ragazzi, Nuove Esperienze, Pistoia, 2011.

Tra il 1991 e il 2011 sono usciti in Italia circa 160 testi di narrativa per bambini e per ragazzi sul tema dell’immigrazione: poche le collane dedicate (spicca la prima e ancora attiva “I Mappamondi”, di Sinnos); vistoso uno snellimento degli apparati didattici nelle edizioni scolastiche; percepibile l’entrata in scena, particolarmente negli ultimi anni, di personaggi della seconda e della terza generazione, colti in situazioni non più di emergenza: il dialogo con i pari, la vita quotidiana in casa, a scuola, nelle situazioni di mescolamento. Quanto alla nazionalità dei protagonisti, bambini ed adulti, quella più rappresentata è la marocchina (e poi cinese, bengalese, cingalese e indiana, e ancora albanese); un numero abbastanza esiguo di scritture, ad oggi, hanno al centro personaggi rumeni. Tra i personaggi adulti, accanto a scafisti e badanti, si vanno ad inserire negli ultimi anni medici, educatori, operatori delle forze dell’ordine, sacerdoti.

Sono questi, in massima sintesi, i risultati di una ricerca portata avanti da Lorenzo Luatti, il quale ha poi versato i suoi studi nell’allestimento di una mostra, presentata per la prima volta a Pistoia nel mese di ottobre e che ora girerà l’Italia, insieme con il catalogo dal titolo omonimo che funziona anzitutto – sono parole del curatore – come un “invito alla lettura”. I testi sono presentati nel catalogo (e in una versione leggermente semplificata all’interno della mostra) con l’accompagnamento di una sinossi, divisi per generi e per temi di riferimento. Questi ultimi sono il viaggio migratorio, il rapporto con la città di arrivo, le storie di integrazione scolastica; e poi alcuni “temi emergenti”, in linea con l’evoluzione del profilo e dei nuovi cittadini italiani: amicizie ed amori, nuove famiglie e seconde generazioni.

Quanto ai generi, si va dal racconto autobiografico, al giallo, alla narrazione fantastica o favolosa, alla grande sezione degli albi illustrati (dove è un piacere trovare la voce di Vivian Lamarque, Il bambino che lavava i vetri, Edizioni C’era una volta, Pordenone, 1996), infine all’editoria scolastica. Rispetto a quest’ultima, Luatti sottolinea lo spostamento dell’asse rispetto al pubblico di riferimento: prima le medie; ora sempre più testi per la primaria e – in fase aurorale – libri da proporre alla scuola dell’infanzia. Partita da una posizione di attivo ascolto rispetto ai temi dell’immigrazione, inoltre, seppur con esiti alterni e difetti vistosi (posture didatticheggianti, testi realizzati su commissione e ‘facili’ quanto a trama, stile, respiro nella scrittura), l’editoria scolastica ha continuato a produrre titoli su questo argomento lungo tutto il ventennio preso in esame, incrociando i temi e le evoluzioni delineati sopra rispetto ad albi, romanzi, narrazioni di taglio autobiografico. Rappresenta così, ancora oggi, una sorta di termometro di come si può e si vuole raccontare l’immigrazione, da parte di editori, scrittori, e insegnanti (sempre più in grado di scegliere e privilegiare buoni titoli).

http://www.giuntiscuola.it/scuoladellinfanzia/magazine/news/libri-ricevuti/l-immigrazione-raccontata-ai-ragazzi/

RACCONTARE L’IMMIGRAZIONE INTERVISTA A LORENZO LUATTI

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Lorenzo Luatti, ricercatore dei processi migratori e delle relazioni interculturali presso il Centro di Documentazione Città di Arezzo e Oxfam Italia, ci parla di “L’immigrazione raccontata ai ragazzi”: una mostra, un catalogo, un viaggio nell’editoria per bambini e per ragazzi degli ultimi vent’anni.

Nel mese di novembre, a Pistoia, presso la biblioteca di San Giorgio, è stata inaugurata la mostra L’immigrazione raccontata ai ragazzi. Vent’anni di proposte dell’editoria per l’infanzia. Si tratta di un viaggio nell’editoria per bambini e ragazzi negli ultimi dieci anni (1991-2011), con l’attenzione concentrata sui testi che hanno tentato di raccontare il processo migratorio ai più giovani, con diverse strategie discorsive (autobiografia, romanzi d’invenzione, testimonianze, albi illustrati, edizioni scolastiche, traduzioni) e sollevando alcuni temi di rilievo (il viaggio migratorio, l’integrazione scolastica, amicizie e amori, seconde generazioni).

Il curatore, Lorenzo Luatti, ha accompagnato la mostra con uncatalogo assai ricco, di immagini, descrizioni di volumi, proposte per una lettura ragionata dei titoli e delle tendenze degli ultimi anni. Lo abbiamo intervistato per saperne di più.

Per quale motivo ha pensato di allestire questa mostra?

L’allestimento della Mostra è il frutto di un incontro molto fortunato tra enti e persone che da subito hanno colto il valore e la novità ella proposta. Da una parte, c’è la mia ricerca sulle “migrazioni nei libri per ragazzi” (anche quelle degli italiani, all’estero e interne Sud-Nord, non solo quelle contemporanee verso l’Italia), un lavoro di scavo tutt’ora in corso; dall’altra, c’è un rapporto già avviato su altri temi tra le associazioni con cui collaboro da anni (Oxfam Italia e Centro di Documentazione Città di Arezzo) e la Biblioteca San Giorgio di Pistoia e la Fondazione Un Raggio di Luce di Pistoia. Devo ringraziare soprattutto quest’ultima perché ha accolto con grande entusiasmo la mia proposta, sostenendola economicamente. Adesso la Mostra girerà per l’Italia.

In che modo ha scelto e poi diviso i titoli nel percorso espositivo e nel catalogo?

Avevo raccolto molto materiale, oltre 160 libri per ragazzi, usciti dal 1990 in avanti, che affrontano sotto diversi profili e sfaccettature le migrazioni odierne. A questi, usciti dalla penna di scrittori italiani, sono da aggiungere alcune decine di testi per ragazzi scritti da autori stranieri tradotti. Dunque, avevo un corpus letterario molto significativo, composto da tante voci e da una pluralità di tematiche poste al centro della narrazione: occorreva dargli una sistemazione, trovare dei criteri per renderlo più leggibile e fruibile.

Così ho articolato il catalogo intorno ad alcuni temi prevalenti ed emergenti, e su alcuni generi e filoni narrativi. Si tratta di una semplificazione funzionale, anche se un testo non affronta mai un solo aspetto o un solo argomento di una tematica, ma molti contemporaneamente. La collocazione di un libro in una sezione piuttosto che in un’altra discende da un criterio di prevalenza, e non è mai da prendere con rigidità.

La Mostra, ad esempio, ha un’articolazione “semplificata” rispetto al catalogo. Presenta solo 6 sezioni, una per ogni ambito tematico prevalente: il racconto autobiografico, i grandi temi (Il viaggio migratorioStorie di integrazione scolasticaIn città), i temi emergenti (Incontri. Storie di amicizie e di amoriLe nuove famiglie e le seconde generazioni), generi e filoni narrativi (Enigmi e misteriStorie favolose), gli albi illustrati, le migrazioni “degli altri”.

Come gli insegnanti potrebbero utilizzare il catalogo?

Innanzitutto, come una vera e propria guida, per orientarsi e inoltrarsi nel panorama assai ricco e diversificato delle scritture che toccano questi temi. Per costruire, a partire dagli ambiti tematici e dai libri segnalati, un possibile percorso di lettura.

Il catalogo offre molti strumenti per individuare i testi più adatti (più belli, più interessanti) da proporre ai propri ragazzi.

http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/articoli/cultura-e-pedagogia/raccontare-l-immigrazione/

L’immigrazione raccontata ai ragazzi.Vent’anni di proposte dell’editoria per l’infanzia

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Oxfam Italia

Centro di Documentazione Città di Arezzo

È dai primissimi anni ‘90 del secolo scorso che le migrazioni di donne, uomini e bambini verso l’Italia iniziano a fare la loro comparsa nella narrativa per ragazzi. Albi illustrati, racconti, romanzi, edizioni per la scuola, che narrano l’esperienza migratoria nelle sue molteplici fasi e sfaccettature: dal viaggio di individui e famiglie in cerca di futuro ai tortuosi cammini di inserimento nella nuova realtà, dalla complessa convivenza multietnica nei quartieri ai conflitti identitari dei figli dei migranti. Un’ultima sezione è dedicata alle “migrazione degli altri”, cioè ai libri per ragazzi di autori stranieri tradotti in Italia. Un corpus narrativo imponente che in questa Mostra e nel suo catalogo viene per la prima volta sistematizzato e analizzato all’interno di 11 percorsi bibliografici tematici (con introduzioni, schede di recensione, collegamenti ad altri testi, dati, curiosità…).

L’obiettivo del progetto è duplice: da una parte, far conoscere l’esistenza di un vasto corpus narrativo che affronta, sotto molteplici sfaccettature e con differenti esiti letterari, l’esperienza migratoria e le sue conseguenze; dall’altra, illustrare il modo in cui la tematica migratoria è proposta e sviluppata in queste narrazioni. Una Mostra che ci fa vedere, tra l’altro, come i libri per ragazzi sappiano leggere o rappresentare, e spiegare ai lettori, i grandi fatti contemporanei.

Attualmente i partner coinvolti nel seguente progetto sono: il Centro di Documentazione Città di Arezzo, la Fondazione Un Raggio di Luce Onlus e Oxfam Italia Intercultura.

E’ utile sottolineare che ad Arezzo sono state attivate anche significative forme di collaborazione con associazioni di volontari ovvero con l’Associazione  Donne di carta, Sezione di Arezzo, con l’Associazione Glinstabili, con la sede di Arezzo dell’Oklahoma University,  e con Oxfam Italia.