Riportiamo sul nostro blog un interessante articolo di Luigi Riccio pubblicato su corriereimmigrazione.it per sottolineare l’importanza che il tema dell’immigrazione, della diversità e dell’ “altro” dovrebbe rivestire in ambito educativo…e quando parlo di ambito educativo do per scontato che questo sia interculturale e multiculturale!Buona lettura.
Secondo il rapporto Alunni con cittadinanza non italiana. Approfondimenti e analisi, realizzato da Fondazione Ismu in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, presentato il 14 marzo u.s., diminuiscono gli studenti rom, sinti e camminanti, ma aumentano quelli “stranieri” e nati in Italia. Anche questi dati evidenziano la necessità di una nuova legge sulla cittadinanza e del passaggio dallo ius sanguinis allo ius soli.
Nati in Italia. Gli studenti nati in Italia ma con cittadinanza straniera sono cresciuti di dieci punti percentuali negli ultimi cinque anni. Attualmente sono 334.284 (44,2% del totale), con punte da record nella scuola di infanzia (80,4%) e il maggiore incremento nelle secondarie di primo grado (10,1% in più rispetto al 2007/2008). La Lombardia detiene il numero in assoluto più alto di alunni “stranieri” nati in Italia (93.978) ed è al primo posto per l’incidenza che questi hanno nelle scuole primarie (61,7%) e secondarie di primo grado (33,3%). Il Veneto ottiene il primato per le scuole d’infanzia (87,2%), mentre nelle secondarie di secondo grado la percentuale più alta riguarda la Sicilia (15,6%) e la Valle d’Aosta (13,5%). Per converso, i numeri più bassi nei diversi gradi, si registrano in Molise (17,7%) e Calabria (17,9%).
Neo-arrivati. La ricerca esamina anche il numero dei neo-arrivati nel sistema scolastico nell’ultimo anno. Questi, il 5% del totale degli alunni senza cittadinanza italiana (28.554), sono in costante diminuzione e si concentrano maggiormente nelle scuole della Lombardia (6.820) e del Veneto (3.145).
“Stranieri” a prescindere. È solo dall’anno scolastico 2007/2008 che il ministero dell’Istruzione rileva i dati sugli alunni “stranieri” nati in Italia e quelli sui neo-arrivati. Questa novità riflette, con molta probabilità, la sempre meno centralità del parametro della cittadinanza nella comprensione del fenomeno. L’attuale legislazione sulla cittadinanza, infatti, basata sullo ius sanguinis, non distingue chi è nato e cresciuto in Italia da chi è invece è appena arrivato o arrivato da poco. E questo seppur i primi, per capacità linguistiche e successo negli studi, possiedano elevate probabilità di essere equiparati in tutto ai compagni italiani.
Scuole a maggioranza straniera. Diffusione pressoché totale degli studenti senza cittadinanza italiana nelle scuole del Paese. Gli istituti che accolgono fino a meno del 30% di studenti “stranieri” sono il 73,3% del totale, mentre le scuole con più del 30% sono il 4,3%. Le scuole con solo alunni italiani sono il 22,4% (-8,5% in un anno) mentre sono 415 (0,7%) le scuole a «maggioranza straniera».
Enclaves etniche. Non tutte le scuole a «forte concentrazione» (fino al 30%) o a «maggioranza straniera» (50% o più) presentano lo stesso profilo. Nelle scuole d’infanzia e primarie, ad esempio, molti sono gli alunni nati in Italia e ciò assottiglia le problematiche. Diverso è il caso delle secondarie (specialmente di secondo grado), in cui invece questo numero è molto basso. Il rischio è alimentato da due ordini di questioni. Il primo riguarda «processi di selezione sociale non casuale»: su 45 scuole secondarie di secondo grado a maggioranza straniera, sono quasi tutte professionali; a seguire, gli istituti tecnici, i corsi serali e un solo istituto d’arte. Scuole, quindi, dove maggiore è la presenza degli strati meno abbienti. L’altro, collegato al primo, è il rischio della formazione di «enclaves etniche» di gioventù di origine immigrata.
Dove sono. È presente almeno una scuola a «maggioranza straniera» in due terzi delle province italiane. Le maggiori incidenze sul sistema scolastico provinciale si hanno a Macerata (11 scuole), Piacenza (8) e Reggio Emilia (14). Mentre i numeri in assoluto più alti sono a Milano (55), Torino (34) e Brescia (32). L’unica provincia del Sud ad ospitare una scuola a maggioranza straniera è Reggio Calabria, con l’istituto (non statale) di Polistena.
Alunni rom, sinti e camminanti. Diminuiscono del 3,9% gli alunni rom, sinti e camminanti rispetto all’anno scolastico 2010/2011. Secondo il rapporto, il totale di questi studenti sarebbe di 11.899, ma il numero reale potrebbe essere molto più alto. I rom, infatti, sono tali in quanto ad appartenenza culturale e sono rilevati solo se si dichiarano come rom. È quindi probabile che in molti abbiano scelto di non farlo. Il numero più basso di studenti rom si ritrova nelle scuole secondarie (solo 134 in tutt’Italia), mentre il più alto è nelle primarie (6.416). Le città con più studenti rom in termini assoluti sono Roma (2.027), Milano (575) e Torino (516). L’incidenza percentuale maggiore, invece, si riscontra a Reggio Calabria (0,99%), Pescara (0,62%) e Roma (0,52%).
Luigi Riccio